Comunicato stampa 18 luglio 2009

Il sistema amministrativo territoriale attuale, in vigore dalla fine dell’ottocento, si rivela indiscutibilmente inadeguato a soddisfare le moderne esigenze dei comuni. È per questa ragione che il riordino territoriale appare sempre più necessario per agire in una comunità moderna ed efficiente.
Dimostrazione di ciò è la comparsa di molteplici organismi paralleli e sovrapposti a comuni e provincia, costituiti a causa della impossibilità tecnica economica che hanno molti dei 67 comuni della provincia di Pesaro e Urbino (di cui 10 con meno di mille abitanti) di svolgere il loro compito primario, cioè erogare ai cittadini servizi di qualità a costi adeguati.
Per far fronte a questa esigenza, oltre alle forme di cooperazione sinora attuate dalle amministrazioni, esiste un’innovativa possibilità, fortemente incentivata dalle vigenti norme ordinarie e prevista dalla costituzione italiana: la creazione di un comune unico frutto della “fusione” tra più comuni contigui.
In Italia esistono numerosi casi documentati di iniziative promosse da cittadini o da amministrazioni locali volte a favorire questo processo. La ricerca nel web della parola "comune unico" restituisce oltre 7.000 collegamenti. Alcuni di questi documenti promuovono la nascita del:
· comune unico dell’Isola d’Ischia, provincia di Napoli, comprendente i comuni di Barano d’Ischia, Casamicciola Terme, Forio, Ischia, Lacco Ameno e Serrara-Fontana;
· comune unico Subequano, provincia di Aquila, comprendente i comuni di Acciano, Molina Aterno, Castelvecchio Subequo, Castel Di Ieri, Goriano Sicoli e Gagliano Aterno;
· comune Unico del Casentino, provincia di Arezzo, comprendente i comuni Stia, Pratovecchio, Poppi, Bibbiena, Castel S.Niccolò, Montemignaio, Castel Focognano, Talla, Ortignano Raggiolo, Subbiano, Capolona, Chiusi della Verna e Chitignano;
· comune unico della Versilia, provincia di Lucca, comprendente i comuni Seravezza, Forte dei Marmi, Pietrasanta e Stazzema;
· comune unico di Bioggio, provincia di Brescia, comprendente i comuni di Bioggio ed Iseo;
· comune unico del Savuto, provincia di Cosenza, comprendente i comuni di Rogliano, Santo Stefano; Marzi e Mangone;
· comune unico di Valsaviore, provincia di Brescia, comprendente i comuni di Cedegolo, Berzo Demo e Cevo Saviore dell’Adamello
· comune unico di Capriasca, provincia di Brescia, che prevede l’accorpamento a Caprisca dei comuni di Bidogno, Corticiasca e Lugaggia;
· comune unico tra Conegliano e Vittorio Veneto, provincia di Treviso.
Casi del genere sono rintracciabili anche nella nostra provincia, ad esempio i cinque comuni di Colbordolo, Monteciccardo, Montelabbate, Sant’Angelo in Lizzola e Tavullia discutono da tempo sull’opportunità di costituire il comune unico del Pian del Bruscolo che, con circa trentamila abitanti, diventerebbe il terzo comune della provincia di Pesaro e Urbino.
Due comunità delle regioni Trentino Alto Adige e Lombardia si sono spinte oltre. I cittadini dei comuni di Bezzecca, Concei, Molina, Pieve, Tiarno di Sotto e Tiarno di Sopra della provincia di Trento, hanno sancito, con un recente referendum che ha decretato la vittoria schiacciante del fronte del “si”, la nascita del nuovo comune di Ledro. Alla fine di quest’anno i cittadini del comune di Ledro saranno chiamati a votare il sindaco e i consiglieri del nuovo comune. Nel 2002 la Regione Lombardia, a seguito di consultazione popolare, ha istituito il nuovo comune di San Siro della provincia di Como, mediante fusione dei comuni di Sant’Abbondio e Santa Maria Rezzonico.
Tutti i gruppi di cittadini sopraelencati, uniti nelle più disparate forme di partecipazione democratica, sono spinti dal desiderio di raggiungere lo stesso obbiettivo in cui credono i sostenitori del comune unico della media valle del Cesano, risultato della fusione dei comuni di Fratte Rosa, Mondavio e San Lorenzo in Campo: la crescita sociale, economica, culturale e politica delle rispettive comunità.
Animati da questo desiderio, un gruppo di cittadini di Fratte Rosa, Mondavio e San Lorenzo in Campo propone di aprire il dibattito e il confronto
sull’opportunità di costituire questo nuovo comune, che con circa 8.400 abitanti, diventerebbe l’ottavo comune della provincia di Pesaro e Urbino
La fusione dei comuni è fortemente sostenuta finanziariamente dallo stato e dalle regioni, con l’obbiettivo principale di razionalizzare l’uso delle magre risorse finanziarie disponibili. Ai nuovi comuni derivanti da fusione le norme riconoscono un incremento del 20% dei trasferimenti per dieci anni e il 50% del risparmio generato.
I maggiori finanziamenti e contributi statali potranno essere utilizzati per fornire servizi migliori alla comunità e soddisfare i bisogni dei cittadini.
La proposta pur avendo finalità di carattere economico, volte a generare risparmi e riduzione degli sprechi, genera indiscussi vantaggi sociali e politici. Un comune più grande avrebbe un maggiore potere rappresentativo, essendo composto da un numero più alto di persone che andrebbero a formare un gruppo politico più forte con più possibilità di vedere approvate le proprie richieste.
Un comune più grande sarebbe più efficiente nel garantire ai suoi abitanti attività culturali e strutture educative, sportive e ricreative, indispensabili per crescere e vivere in un ambiente sano e ben sviluppato.
Si otterrebbero infine notevoli vantaggi nello svolgimento di attività di programmazione, dato che un comune più grande potrebbe destinare le singole porzioni di territorio agli usi più compatibili alla natura del territorio stesso: si avrebbero così zone produttive concentrate, zone con vocazione turistica salvaguardate da elementi di disturbo, zone agricole non contaminate da fattori inquinanti esterni come industrie nocive e discariche.
Il nuovo comune potrebbe avere in tal modo uno sviluppo economico programmato e funzionale alle caratteristiche del territorio.
Il dibattito sull’opportunità di fondere Fratte Rosa, Mondavio e San Lorenzo in Campo, potrà certamente dar vita ad interessanti discussioni e a buone idee per il futuro della nostra comunità.
Per favorire il dibattito è stato aperto un blog all’indirizzo www.comunicovalcesano.blogspot.com dove è possibile inviare le proprie gradite opinioni.

6 commenti:

  1. Credo che tutto ciò che avete (hai?) scritto potrebbe andare bene anche per altri Comuni. Comuni che magari hanno già molti legami culturali, sociali, economici, storici ma soprattutto attuali con quello di Mondavio, tanto per citare il Comune più popoloso.
    Mi riferisco essenzialmente ad Orciano e Barchi, che già fanno parte dell'Unione Roveresca assieme a San Giorgio e Piagge.
    Ci sono una miriade di motivi che mettono questi due Comuni in prima linea rispetto a San Lorenzo e Fratterosa in una ipotetica Unione con Mondavio. E spiego il perché.

    Primo, i ragazzi di età compresa tra i 12 e i 14 anni frequentano da molti anni la stessa scuola, posta sapientemente a ridosso dei due Comuni e l'istituto comprensivo Giò Pomodoro comprende diversi Comuni tra cui Mondavio, Orciano e Barchi, ma non San Lorenzo e Fratterosa.
    Secondo, esiste una società sportiva (Della Rovere Calcio) che unisce le attività calcistiche dei Comuni di Orciano e Mondavio, dalle giovanili alla prima squadra.
    Terzo, le parrocchie di Barchi, Mondavio, Montebello, Orciano, Piagge, San Giorgio, San Michele hanno dato vita alla zona interpastorale delle cosiddette Sette Stelle.
    Quarto, storicamente i Comuni di Mondavio, Orciano e Barchi gestivano l'efficientissimo consorzio dell'acquedotto intercomunale prima di vederselo strappato di mano dalla ex-Megas così come la manutenzione intercomunale delle strade.
    Quinto, i Comuni di Orciano e Mondavio hanno in passato condiviso importanti servizi, come quello di Polizia Municipale.
    Sesto, la stessa ditta Alluflon è stata creata grazie alla lungimirante capacità di amministratori locali che volevano dare una prospettiva industriale (e dunque di occupazione) ai propri concittadini mondaviesi, sanmichelesi e orcianesi (san filippo era ancora una piccola frazione).
    Settimo, Mondavio aveva già aderito all'Unione Roversca con Orciano, San Giorgio e Barchi. Ha poi cambiato idea all'ultimo momento a causa di quelle che oggi possiamo serenamente giudicare come opportunistiche scelte dovute a sciagurate pressioni politiche.
    Ottavo, le associazioni stanno comiciando a collaborare. Tanto per cirtarne una, giusto quest'anno si è svolta la prima edizione delle olimpiadi dei quettro mulini (Mondavio, San Michele, San Filippo, Orciano).
    Nono, Mondavio, Orciano, Barchi, San Giorgio fanno parte della Comunità Montana del Metauro, dalla quale potrebbero ereditare alcuni servizi già integrati (soprattutto di carattere sociale).
    Decimo, il capoluogo di Mondavio e quello di Orciano non hanno un confine territoriale riconoscibile. Gli stessi cartelli stradali quasi si sovrappongono. Ed esistono case che hanno l'ingresso ad Orciano e il tinello a Mondavio.
    Undicesimo, esiste una Unione che raggruppa Comuni omogenei. Si chiama Roveresca, anche e soprattutto in virtù della bella rocca mondaviese che avrebbe dovuto rappresentarne il simbolo. Funziona, fa risparmiare quattrini come riconosciuto da un recente rapporto della Corte dei Conti ed il suo territorio è meraviglioso.
    La domanda vera è: perché cercare l'America se ce l'abbiamo già in casa?
    Cordialmente, Matteo

    RispondiElimina
  2. Orciano è un comune che negli ultimi anni è cresciuto e si è molto rafforzato. Mondavio che nei secoli è stato sede del Vicariato e punto di riferimento per molti comuni, negli ultimi anni ha perso molto del suo prestigio e delle sue potenzialità. Il capoluogo Mondavio non ha avuto nessun tipo di sviluppo a causa dell'orografia del territorio su cui insiste a differenza delle sue due frazioni San Michele e San Filippo. La crescita delle due frazioni ha sicuramente idebolito il capoluogo. Orciano essendo confinante e comune più forte tende a fagocitarsi Mondavio e mira a diventare punto di riferimento anche per Barchi, Piagge e San Giorgio. Sono gli amministratori di Mondavio che dovranno decidere quale strada intraprendere e quale percorso per loro sarà più vantaggioso.
    Lamberto

    RispondiElimina
  3. Lamberto.
    Mi piacerebbe poter pensare che il Comune di Orciano negli ultimi anni si sia rafforzato molto. Purtroppo, ahimé, non è così.
    Il Comune di Orciano ha il minimo storico di residenti proprio relativamente all'ultimo anno statisticamente disponibile: il 2007. Con una decrescita della popolazione negli ultimi 6 anni dell'1.5% (l'unico, ad avere un dato negativo fra tutti i Comuni limitrofi).
    Mondavio, il cui Comune è sempre stato più popoloso di quello di Orciano, ha un trend completamente opposto: il minimo storico lo ha registrato nel primo anno statisticamente disponibile (l'anno dell'unità di Italia) mentre dal 2001 al 2007 ha segnato un buon +4.0%.
    Entrambi i Comuni hanno invece registrato un picco di popolazione attorno agli anni del boom economico (1951).
    Ma a prescindere dagli aspetti demografici, gli indici economici allineano Mondavio con Orciano anche sui redditi medi, a poco più di 16000 euro pro capite.
    Dunque non si capisce chi vuole fagocitare chi (in cosa, poi?) visto che parliamo di Comuni estremamaente omogenei e dunque con interessi analoghi.
    Sulla scelta finale, non c'è dubbio che dovranno essere gli amministratori a farla ma sono altrettanto convinto che gli amministratori abbiano bisogno anche delle nostre opinioni.
    Cordialmente, Matteo.

    RispondiElimina
  4. Matteo
    Sei ben documentato e questo aiuterà sicuramente a sviluppare il nostro dibattito. E' innegabile però che la crescita di Mondavio è determinata dalle sue due frazioni: San Michele al Fiume e San Filippo, mentre il Capoluogo, non ha avuto nessun tipo di incremento e con la chiusura dell'Ospedale e la perdita di altri servizi, ha perso il suo rulo di cittadina di riferimento per i paesi limitrofi. Tu che disponi di tanti dati potrebbe risultare interessante conoscere l'andamento demografico di Mondavio e delle sue frazioni. Importante sarebbe anche conoscere i flussi commerciali da Mondavio capoluogo verso Orciano e viceversa. Orciano con la zona industriale di Schieppe anche se distante dal capoluogo e con lo sviluppo della BCC è divenuto sempre più polo di riferimento produttivo ed economico. E' innegabile data la vicinanza tra i due comuni che debbano esistere delle forme di collaborazione tra le due realtà, il nostro compito è quello di proporre, poi ognuno dovrà scegliere il patner che riterrà migliore
    Siamo conviti che prima di intraprendere una qualsiasi strada debba essere fatto uno studio di fattibilità serio che tenga conto di tutti gli aspetti demografici economici, culturali, geografici, ecc.
    Lamberto

    RispondiElimina
  5. Sono fermamente convinto che la gestione associata dei servizi sia l'unica strada percorribile per i piccoli comuni e questo potrà avvenire solamente attraverso un percorso sostenibile di condivisione e coesione d'intenti.
    Personalmente non ho mai creduto nell'unione valcesano, nata con lo scopo di unire comuni da pergola a mondolfo con una profonda disomogeneità di territorio, problemi e strategie.
    Non penso che in questo momento sia opportuno costituire una ulteriore unione di comuni ne tantomeno penso sia possibile arrivare ad una fusione trà fratte rosa, mondavio e san lorenzo in campo senza un percorso di alcuni anni che possa invertire la politica della esternalizzazione dei servizi a ditte e società esterne, che ha causato solamente un aggravio di costi ed una perdita graduale di controllo da parte delle amministrazioni comunali.
    Il primo passo dovrà pertanto essere quello di gestire servizi direttamente, in maniera associata, con un risparmio per le famiglie, con servizi riportati all'interno dell'ente locale.
    Parlo però di servizi importanti e ad ampio raggio quali ad esempio :
    - Servizio gestione raccolta e trasporto RSU in economia
    - Servizio Gestione Tributi
    - Servizio di Progettazione e Direzione Lavori
    - Servizio Ragioneria
    - Servizio Polizia Municipale
    - Servizio Trasporti
    - Servizi Cimiteriali
    ecc.
    Tornare a gestire questi servizi importanti potrà portare + lavoro + efficienza della p.a., oltre riempire di contenuti Comuni che sono ormai vuoti di servizi, ridotti solamente a "municipi" di rappresentanza politica.
    L'Unione dei Comuni presuppone una sua struttura politico-amministrativa e questo ha dei costi, ma se i servizi gestiti sono servizi importanti
    l'economia di scala sarà garantita.
    In seguito a questo percorso di sostenibilità economica e funzionale si potrà eventualmente ragionare, sentita la cittadinanza, di una eventuale fusione.
    Fusione a freddo non penso siano possibili.
    Per queste motivazioni ritengo che attualmente per Fratte Rosa, San Lorenzo in Campo e Mondavio la cosa migliore sia quella di iniziare un percorso all'interno dell'Unione Roveresca, una delle poche che funziona in maniera sufficiente e che ha già una sua struttura politico- amministrativa che potrebbe diminuirne i costi raggruppando più comuni ed arrivando ad un
    ambito ottimale per le gestione associata dei servizi di 7 Comuni.
    Poi, come e successo anche per l'unione pian del bruscolo, si potrà affrontare il passo successivo.
    La norma che regola le unioni e fusione esiste ormai da tempo e per quanto riguarda le fusioni con scarsissimi risultati, tan'è che dalla previsione di una fusione obbligatoria in seguito all'unione, il legislatore ha lasciato
    ampio spazio di autonomia decisionale.
    Lucio

    RispondiElimina
  6. Sono sostanzialmente d'accordo su quanto scritto da Lucio
    Non mi convince molto la gestione pubblica dei servizi di progettazione e direzione lavori. Non penso infatti che la professionalità dei dirigenti e degli istruttori debba essere indirizzata a questi settori (non solo per i costi di struttura che inevitabilmente questa richiede).
    Piuttosto credo che debba essere rafforzata quella di controllo, a partire dall'urbanistica la cui gestione potrebbe sì passare invece a livello sovracomunale. Questo ambito andrebbe rafforzato anche a livello di pianificazione mediante i piani territoriali di coordinamento (PTC) intercomunali. Non ha senso infatti che dei cinque o sei comuni facenti parte di un'unione vi siano cinque o sei rispettive zone industriali, artigianali o di espansione residenziale. Se invece parte degli oneri di urbanizzazione finissero nelle tasche dell'unione si potrebbe gestire il territorio per quello che offre, valorizzandone i propri aspetti caratteristici e le proprie specifiche vocazioni (zone industriali dove servono, zone di tutela dove servono).
    Più complicata la gestione dei lavori pubblici, ma non impossibile.
    Aggiungo, poi, la manutenzione delle strade comunali.
    Matteo

    RispondiElimina